Happy End 2004 > Bob
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BOB: storia “immaginata” di un cane...
Lui probabilmente stava felicemente correndo in un campo d’erba quando
è stato trovato, ma purtroppo l’intelligenza umana non arriva a pensare
troppo in là... Una macchina si ferma, lo carica in macchina, e il guidatore
ha troppa fretta di tornare a casa per fermarsi dove dovrebbe... È domenica
6 giugno, verso sera, quando dopo una gita fuori porta o un fine settimana
al lago, si torna a casa.
E così un cane che si trova a correre in un campo in provincia di
Como a pochi chilometri dalla Svizzera, si ritrova in poche ore a Redecesio
di Segrate. Come sia finito lì lui non lo sa ma il posto non gli
piace molto, e difatti il mattino seguente è in giro e forse va a
cercare il prato che tanto gli era gradito e che ora non trova più.
Lo cerca disperato, in mezzo a tante cose nuove per lui: i semafori, i pullman,
il traffico…
Comincia a camminare senza meta, girovagando, fino a quando tra stridolii
di ruote e clacson una mano lo ferma, gli mette un filo del telefono (l'unica
cosa che in quel momento aveva a disposizione) attaccato al collare e lo
accompagna amorevolmente verso un po' più di calma perdendo l'autobus
che l'avrebbe portato al lavoro.
Cosi alle 8.30 del mattino Bob arriva da noi.
È spaventato, quel giorno il veterinario è lì, ma preferiamo
non farglielo visitare, ha già subito troppi shock! Lo visiteremo
poi, il mercoledì, con più calma...
È il giorno della visita: cuore a posto, polmoni a posto, denti sani
e in perfetto stato, occhi normali, orecchie a posto...
Ma, c'è un tatuaggio, si legge bene... proviamo a vedere a chi corrisponde,
telefoniamo alla Asl... Nessuna risposta.
Richiamiamo il giorno dopo, ci rispondono, ma il tatuaggio non esiste! Allora
forse abbiamo sbagliato a leggerlo. Nel pomeriggio torna il veterinario,
rivede ancora sull'agenda "Lettura tatuaggio Bob", uguale al giorno
prima, guardiamo tutti, si legge proprio bene, è come avevamo interpretato
il giorno precedente.
Ritelefoniamo alla Asl, ci dicono che richiameranno non appena avranno rintracciato
il proprietario...
Non possiamo far altro che aspettare...
Però nel frattempo Bob è lì. Abituato a correre per
ore e ore adesso è rinchiuso in un box. Da noi i cani escono due volte al
giorno per mangiare e fare i bisogni, siamo un rifugio per cani "fortunati",
al contrario di altri canili in cui non escono e si mangia una volta al
giorno, se va bene che non ti rubano tutto gli altri più furbi o
più abituati ad arrangiarsi...
Passa il tempo, è oramai il 23 giugno, noi ogni tanto proviamo a
sentire se dalla Asl, per caso, c'è qualche novità, ma nessuna buona
nuova notizia.
Poi, dopo molte insistenze, improvvisamente si scopre che il tatuaggio è
intestato a qualcuno, lo chiamiamo, è contento di avere ritrovato
il cane. Verrà il giorno dopo per riprenderlo.
Molti errori sono stati commessi: il cane in giro da solo in mezzo al
suo prato, la visita rimandata di un giorno, la Asl che non riusciva a trovare
il certificato di tatuaggio... e questa è una storia a lieto fine,
col cane che è tornato a correre nel suo campo preferito grazie al suo tatuaggio.
Tutto è però iniziato per la fretta, per la convinzione di
portarlo in un posto migliore. Bastava aspettare una pattuglia di vigili
del posto e si sarebbero presi loro cura del cane, magari ne conoscevano
anche il padrone e Bob non avrebbe mai fatto una vacanza di tre settimane
in una gabbia...
Bob è contento, non sta più nella pelle, è arrivata la padrona, che ci fa solo una domanda: ci chiede come mai sia finito così distante; non rispondiamo, non lo sappiamo, ma lo immaginiamo...
Simone Marai - Lega Nazionale per la Difesa del Cane - Redecesio di Segrate, 30 giugno 2004
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