Happy End 2004 > Gigi
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Mi chiamo Valentina e vorrei raccontarvi la storia mia e di Gigi.
Gigi è un cane bassotto a pelo corto marrone, io e il mio compagno lo acquistammo in un negozio di animali vicino casa nostra. Era dietro ad un vetro come in esposizione ed osservava con occhi furbi e curiosi le persone che passavano. Ci siamo fermati e abbiamo detto "Eccolo, questo è Gigi!" e così ce lo siamo portato a casa.
Appena arrivato ha iniziato ad ispezionare ogni angolo. Man mano che cresceva distruggeva cuscini, ciabatte, coperte ed ogni sorta di cose che gli capitavano a tiro, un vero disastro!
Con il suo carattere allegro però metteva sempre di buon umore, era come avere in casa un cinema con le zampe, e vi assicuro che ha riempito tanti miei momenti di sconforto e solitudine. Con il mio lavoro in aeroporto però mi capita spesso di non essere in casa il pomeriggio, perchè non sempre mi riesce di cambiare i turni, ed è cioè che successe il 10 giugno 2004.
Iniziavo a lavorare alle 13:00 quindi alle 12:30 ero già pronta in divisa per uscire. Come di consueto Gigi si nascose sotto il tavolo della cucina spiando ogni mio movimento e guardandomi dal basso con occhi tristi. Lo salutai rassicurandolo che sarei tornata presto e che avremmo giocato insieme più tardi.
Quel giorno però terminai mezz'ora dopo, per un disguido di uno volo in ritardo. Rincasai così poco prima delle ore 20:00. La prima cosa che notai fu che non sentivo Gigi abbaiare dal giardino, quindi salii in casa sapendo di trovarlo fuori dalla porta ad aspettarmi come al solito sul tappetino ma una volta fuori lui non era lì.
Fu per me come osservare una cornice senza la foto.
Lo cercai dapprima per tutta la casa, pensando che fosse rimasto chiuso in qualche stanza, ma non lo trovai. Sentivo intanto il pesciolino del disagio, che si agitava in quel posto speciale tra il petto e lo stomaco. Andai al cancello e notai la rete di recinzione del giardino spinta all'infuori, il mio salsicciotto era semplicemente fuggito, aveva, come si dice, "tagliato la corda". Telefonai immediatamente ai miei genitori, sperando e pregando col cuore in gola che Gigi fosse con loro.
A volte quando lavoravo di pomeriggio veniva mio papà a prenderlo per una passeggiata. Rispose mia madre e mi disse che non era affatto con loro, così le raccontai cioè che stava accadendo. Solo in quel momento mi resi conto, capii fino in fondo, e la realtà mi piovve addosso come una doccia gelata: Gigi non c'era più.
Erano finiti i giochi e le passeggiate, le ciabatte bucate e le sere passate a mangiare insieme il gelato sul divano, era tutto dissolto come il fumo nell'aria. Guardai nel prato vicino alla strada che passa davanti casa mia, lo chiamai più volte senza sapere bene dove mi trovavo, aspettando che da un momento all'altro sbucasse da un cespuglio.
La situazione era così sbagliata, era tutto completamente fuori posto e senza senso.
Arrivò finalmente mio padre e andammo insieme con la macchina a perlustrare i luoghi dove lo portavamo a spasso, le stradine e i prati attorno a dove abito.
Girammo fino alle 22.00 circa dopodichè mio papà dovette lasciarmi dato che in quel momento era fuori con altre persone, rimasi così sola. Scrutai di nuovo nel prato di fronte a casa mentre le ombre si addensavano trasformando ogni cespuglio e angolo buio nella forma del mio cagnolino scomparso. Era come con i miraggi, quelle forme nere scomparivano ogni volta che mi avvicinavo, rimaneva solo la notte. Continuai a cercarlo da sola, un pò a piedi e un pò con la mia macchina, ogni tanto dovevo tornare a casa e parcheggiarla per far sì che si abbassasse la temperatura dell'acqua, dato che aveva un problema e non andava molto bene. Informai della scomparsa di Gigi anche mia sorella Lorenza, che abita di fronte a casa mia.
Il giorno dopo al lavoro fu un dramma. Al check-in in aeroporto vedevo un sacco di persone andare e venire con i propri cagnolini al guinzaglio, con l'assurda speranza di intravedere il mio. Le ore passavano e mi uccideva l'idea di tornare e non trovarlo. Una volta a casa mi ritrovai nel silenzio del soggiorno, con i suoi giochini sparsi dappertutto, la pallina rossa, la carotina che quando la addentava aveva un sonaglio così rumoroso, le sue ciotole con ancora i croccantini e l'acqua. Mi sedetti sul divano e piansi.
Nel frattempo però mia sorella si era già data da fare, movimentando associazioni, mandando centinaia di e-mail ai vari siti, chiedendo dappertutto numeri telefonici di canili e pensioni per animali.
Nei giorni seguenti il mio cellulare friggeva per le chiamate che facevo e ricevevo, ogni persona mi chiedeva i dati di Gigi, da inserire nei vari siti di animali scomparsi. Mia sorella mi diede così delle nuove speranze, perchè ogni persona che mi contattava poteva anche essere quella giusta, che avrebbe potuto dirmi "abbiamo trovato il vostro Gigi!".
Mi chiamarono diverse persone, finchè non ricevetti una mail di una signora di nome Raffaela. Era la responsabile dei Animali Persi e Ritrovati: mi inviava il prospetto di un volantino, consigliandomi di farne molte copie e di tappezzare dappertutto e in tutte le zone possibili e immaginabili.
Così feci stampare 1000 volantini a colori, andai in tutti i paesi attorno al mio, spesso con mia madre o mio padre, mia sorella, le mia amiche Monica e Valeria, che ogni giorno mi inviavano sms dicendomi che Gigi sarebbe tornato e di non perdere la speranza. Li distribuimmo nelle cassette della posta, in centinaia di negozi, fuori dai veterinari e alle fermate dell'autobus, persino fuori dalle scuole.
Intanto sentivo spesso Raffaela, e devo dire che mi ha dato tanto conforto e la forza per ritrovare il mio Gigi. Ogni giorno che passava perdevo sempre di più le speranze ma lei era sempre pronta dietro al telefono e a qualsiasi ora e mi infondeva un coraggio e una forza incredibile.
Intanto arrivavano le segnalazioni a decine, cani bianchi e neri, bassotti che effettivamente non lo erano, andai persino con mia madre su uno spiaggione di sassi sul fiume Ticino, il punto in cui le segnalazioni sembravano maggiori e più veritiere. La descrizione che le persone facevano di Gigi erano finora le più attendibili. Su questa spiaggia appunto c'era un bar i cui proprietari mi chiamarono per dirmi che gli operai della cava antistante avevano trovato la carcassa di un cagnolino.
Andammo io e mia madre in un pomeriggio afoso e assolato dei primi di luglio, mi ricordo ancora l'angoscia che provai mentre uno degli operai mi descriveva l'animale, che poi aveva debitamente sotterrato nel bosco. Un pò poteva somigliare a Gigi dalla descrizione, ma ancora io non volevo crederci.
Una mattina alle 5:00 venne a prendermi mio papà e partimmo alla volta del fiume, dove ormai le segnalazioni erano sempre più frequenti anche dopo il ritrovamento di quella bestiola annegata. Mio padre guidava e fischiava dal finestrino mentre io facevo suonare uno dei suoi giochini per vedere se sbucava dal bosco. Saremmo stati in giro quasi due ore, ma del mio Gigino nessuna traccia.
Ormai le mie speranze si erano ridotte ad un piccolo lumicino, ma mio papà mi diceva sempre "Valentina abbi fede, vedrai che ritorna, non devi mai perdere la speranza nella vita!". Fu così che mi ritrovai a tentare per l'ennesima volta.
Un giorno uscendo dal lavoro vidi alcuni manifesti affissi fuori dal parcheggio dipendenti, che parlavano di una festa in un paese lì vicino.
Tornai da mio padre tutta concitata e decidemmo di andarci una sera verso le 18:00. Il paese è molto piccolo e non fu difficile affiggere ovunque i volantini. Mio papà guidava e mi indicava il luogo e la posizione in cui dovevo appiccicarli, così scendevo dalla macchina armata di scotch e mi davo da fare. Tornammo a casa e da quel giorno ebbi solo un paio di segnalazioni da quel paesino, ma niente di importante.Nel frattempo si avvicinavano le ferie estive, che io da tempo avevo programmate per il 19 di luglio. Non lo dissi mai a nessuno, ma il fatto di partire mi angosciava enormemente, mi pareva di lasciare il mio Gigino a se stesso e di pensare solo a me.
Partimmo comunque e mi decisi per la Toscana. Andammo al campeggio e tutto sommato non era male, ero abbastanza felice durante il giorno ma la sera avevo nostalgia del mio cagnolino. Il cielo era sempre così pulito e stellato, una sera vidi diverse stelle cadenti ed espressi un solo desiderio: di ritrovare Gigi.
Il giorno 22 di luglio trovai una chiamata sul mio cellulare e richiamai immediatamente. Mi rispose una voce dolce e gentile, una ragazza che mi disse: "Valentina? Guarda che il tuo cane ce l'ho io a casa!". Le gambe mi mancarono e il mio cuore smise di battere. Mi ricordo ancora questa frase, ce l'ho stampata nella mente. Non riuscivo a crederlo, era una ragazza di nome Loredana e diceva che noi ci conoscevamo, che era una mia collega dell'aeroporto!
Non riuscii comunque a capire chi fosse, dato che siamo davvero in molte lì al lavoro, ma disse che era sicura fosse lui. Mi raccontò che il giorno prima era andata in paese a comperare un paio di calze e che aveva parcheggiato la sua auto proprio di fronte al nostro volantino!!!!
Immediatamente riconobbe Gigi e mi chiamò il giorno seguente, il 22 appunto! E pensare che il monello era sparito dal 10 giugno, quindi da 42 giorni!!! Era da lei da 2 settimane circa e vagava tra la sua casa e il prato, ma era libero di scorazzare dato che la casa di Loredana non ha recinzione, e lì aveva comunque trovato del cibo.
Mi venne da piangere e telefonai subito dopo ai miei genitori. Sentivo mio padre che si agitava dietro il telefono, non stavano più nella pelle! Diedi loro il numero di Loredana e il 23 presero appuntamento con lei. Io non riuscivo a capacitarmi, non riuscivo ad immaginare di essere stata davvero così fortunata. Ma il giorno dopo ebbi la conferma: si trattava davvero del mio Gigi, era lui davvero!!!
Parlai di nuovo con i miei genitori, loro erano così felici, mi dissero che era parecchio dimagrito ma che stava bene e che gli aveva fatto una festa incredibile quando li aveva visti scendere dall'auto. Mio padre lo aveva chiamato e lui faceva dei salti altissimi dalla felicità! Ora volevo solo tornare e vederlo, ma dovevamo rientrare verso il 5 di agosto e quindi dovevo aspettare.
Nel frattempo seppi che mio papà gli aveva comprato un collarino blu che tutt'ora porta. In quei giorni i miei genitori lo tenevano sempre d'occhio e mio padre lo portava di nuovo a fare lunghe passeggiate, e ogni giorno mi raccontava di lui. Lo accudiva così bene e diceva che non vedeva l'ora di vedere l'espressione che avrei avuto nel rivedere il mio cagnolino e come lui si sarebbe comportato, e come mi fosse saltato addosso!
Purtroppo però il mio papà non vide mai questa mia espressione se non dal cielo. Se ne andò infatti il giorno 27 di luglio.... e pensare che il volantino con cui ritrovammo Gigi lo attaccammo io e lui insieme, quel lontano pomeriggio dopo le 18:00.
Rividi Gigi il 27 quando immediatamente partimmo dalla Toscana di corsa,
dovevo stare vicino al mio papà e salutarlo e dirgli che gli volevo
bene e che nella vita non avrei mai più perso la speranza, la fede.
Ora Gigi sta bene ed è tornato il cagnolino di sempre, furbo, affettuoso
e giocherellone, mentre io ho perso un pezzetto di me. Sto ancora piangendo
e le parole mi vengono difficili da scrivere. È stato uno strazio
ma alla fine ce l'ho fatta a scrivere fino all'ultima parola.
Spero tanto che questa mia storia possa aver scosso un pochino anche voi,
e credo fermamente che un giorno anche voi potrete essere orgogliosi di
voi stessi per aver lottato per le cose a voi care, per aver lottato fino
alla fine. Mio papà lo è di me sicuramente. Lui ha lottato
per noi, e con tanta fede in Dio, anche lui lo fece fino alla fine.
Voi assicuratevi di non mollare mai...
Valentina, Lorenza e Gigi - Verghera di Samarate (VA),
7 novembre 2004
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