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Happy End 2004 > Tabby



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Foto di Tabby

Tabby è una zingara. Questa premessa va fatta! È una gattina MOLTO vispa, di un anno, una monella spavalda, una adorabile ficcanaso, una incredibile pasticciona. Fa parte della nostra famiglia da appena qualche mese ma in questo breve periodo ne ha combinate abbastanza per farci conoscere appieno... il suo caratterino!

Risale solo ad alcune settimane fa quando, ero tornata tardi a casa, mi venne incontro tutta contenta in mezzo alla strada. Quando si voltò di lato letteralmente imbiancai: doveva essere finita poche ore prima sotto una macchina. La coda era ancora mobile ma due terzi della stessa erano solo ossa, tendini e sangue. Della pelliccia non c'era più traccia. Mezz'ora dopo eravamo già dal veterinario e il giorno dopo le fu purtroppo amputato un bel pezzo di coda. Non c'era alternativa.

Ma Tabby è appunto una zingara, nata e vissuta sempre libera, impossibile tenerla chiusa in casa. A casa ci sta molto volentieri ma non CHIUSA in casa. Così mi ero attrezzata e avevo fatto realizzare dei collari particolari sia per lei che per Ronin, l'altro nostro gatto. Due bei collari morbidi ma resistenti, sfilabili in caso di pericolo e con una placchetta ricurva, sui cui avevo fatto incidere il nome di ognuno e il mio numero di cellulare. Costati una fortuna ma sperando che nel bisogno ne sarebbe valsa la pena.
Così lo scorso sabato, festa del primo maggio, li avevo lasciati liberi a giocare attorno a casa mentre noi andavamo da amici per una festa. Tornammo a notte fonda, verso l'una del mattino e loro, saltellanti e gioiosi ci vennero incontro. Ronin decise di stare ancora all'aria aperta a giocare. Era una bella notte, finalmente non fredda come le tante precedenti. Tabby invece aveva fame e volle salire in casa. Si rimpinzò bene, come suo solito, per poi correre di nuovo giù, fuori, anche lei a respirare i profumi della notte. Erano le due del mattino ormai. Me ne andai a dormire ma con uno strano presentimento, di quelli poco piacevoli...

Nel sonno avevo un orecchio "appoggiato" alla gattaiola. Erano tornati dai loro giri notturni? Già la piccola aveva perso un pezzo di coda. Chissà se la lezione le era bastata per diventare più accorta. Ma il mattino dopo solo Ronin dormicchiava sereno nella "sua" poltrona. Di Tabby nessuna traccia. Scesi per controllare dove sapevo che si nascondeva o giocava di solito. Nulla.

Aspettai altre 6 ore scavando una fossa attorno a casa, tante saranno state le volte che sarò scesa a cercarla, chiamarla nella speranza di intravedere il suo musino e quella codina ancora pelata dal recente intervento. I gatti, per quanto comunemente considerati strambi sono dei gran abitudinari. E io dei miei due eroi a quattro zampe sapevo benissimo che le loro escursioni duravano forse qualche ora, d'estate magari anche una notte intera ma mai di più. 12 ore di mancanza da casa erano la prova assoluta che si era persa o che comunque era successo qualcosa di imprevisto.

Domenica verso le 15 incominciai, molto a malincuore, ad attaccare 50 volantini in zona e la inserii su www.animalipersieritrovati.org, il sito che io stessa avevo aperto... La sera stessa mi chiamò una giovane donna affermando di avere visto Tabby alle due di notte nelle immediate vicinanze di casa sua e nostra. La descrizione combaciava alla perfezione ma la notizia che mi rincuorò di più era che Tabby a quell'ora portava ancora il collare. "Speriamo che non lo perda o che non perda la placchetta..." pensai.
Arrivò lunedì. Il telefono taceva, non erano giunte altre chiamate. Manco un avvistamento. In tarda serata passai e ripassai per le strade vicine, scandagliando con occhi e orecchie tutte le fessure che avrebbero potuto far da esca e magari da trappola. Un giorno avevo beccato Tabby come si era infilata attraverso un varco che sembrava più piccolo della cruna di un ago...

Anche Ronin la cercava. Uscivamo insieme e lui si metteva a cercarla sotto le macchine. Mi condusse anche in un posto che era esattamente quello dove l'aveva vista la donna che mi aveva avvisata pochi giorni prima e dopo mi condusse per un percorso ben diverso dai soliti. Era stato quello il percorso che Tabby e lui avevano fatto prima di perdersi di vista? Già, perchè i gatti ed io la notte a volte andiamo a passeggio insieme, senza guinzagli. Solo per il piacere di fare una passeggiata tutti insieme. C'è chi all'inizio mi chiedeva se quegli animali fossero gatti o cani ma ormai i vicini e gli habituè che incontro di notte sanno che anche i gatti vanno volentieri a passeggio con i loro compagni umani... per lo meno i miei!

Comunque sia, anche dopo quella passeggiata con Ronin, di Tabby non c'era traccia. Col morale a terra ma sempre decisa a non mollare, il giorno dopo stampai un centinaio di volantini e un'amica mi aiutò ad affiggerli, uno ad uno, in un raggio ancora più grande intorno a casa nostra. Appena qualche giorno, non poteva ancora essere andata così lontano. Il nostro veterinario che conosceva Tabby ancora prima che diventasse membro della nostra famiglia mi scrisse: "Non disperi, Le è sempre andata bene!". Sì, certo in 4 mesi avevamo aiutato 5 gatti a ritrovare casa e famiglia, Ronin incluso, e questo sulla piazza di Modena e ben prima che il sito fosse pronto. Ma in quali guai si poteva essere cacciata di nuovo la piccolina?
Qualcuno cercò di attribuire la colpa dello smarrimento di Tabby ai vicini extracomunitari. Forte della mia esperienza e soprattutto conoscendo molto bene i suddetti vicini li difesi con la massima tranquillità e certezza. I bimbi che giocavano attorno a casa e che ben conoscevano i nostri mici si offrirono a più riprese per aiutarmi a cercare Tabby, ad affiggere volantini. Abigail, Clemen e Sara chiedevano ogni giorno se avevo notizie. Ero preoccupata anche per loro. Sapevo che ci tenevano tantissimo ai nostri gatti e in questo fazzoletto di strade loro rappresentano una comunità di filippini, una di nigeriani e una di marocchini. Raramente ho conosciuto delle persone altrettanto attente e disponibili.

Trascorse una settimana intera senza nessuna novità. Eppure ancora la città non aveva rigurgitato la mia gattina e io non sapevo più che pesci pigliare. Avevo avvisato naturalmente anche tutti i veterinari ma nessuno aveva ricevuto alcuna segnalazione. Anche al gattile non era pervenuto nessun trovatello e le gattare di fiducia non avevano notizie da riportarmi. Sabato mattina decisi che era venuto il momento di passare ad una comunicazione più massiccia. Stampai altri 150 volantini e con quelli che avevo già appeso in giro confidavo fortemente di riuscire ad ottenere un esito diverso da quello dei giorni precedenti. Anche Ronin l'avevo trovato così quella volta che, spaventato forse da dei petardi o perchè era stato rapito 2 giorni prima di Capodanno, non era più tornato a casa. Avevo rivoltato la città come un calzino e tappezzato di volantini il centro e dopo tre lunghe settimane ero riuscita a ritrovarlo.

Misi i volantini in borsetta e mi preparai per uscire. Squillò il cellulare. "Signora, abbiamo trovato una gattina che si chiama Tabby. È sua? Può venire a prenderla che è qui nel cortile della nostra scuola?"

Manco avessi avuto le ali ai piedi! Erano in linea d'aria 200 metri forse 300. Tabby era lì, mi ha riconosciuta subito ma era spaventata e soprattutto completamente disorientata. Una classe intera di ragazzine premurose e sorridenti come la loro maestra si erano raccolte attorno a noi, mentre Tabby cercava di uscire da quel posto che tutto era tranne casa sua. Pensare che ci ero anche passata davanti un paio di volte di notte, chiamandola. Anche con Ronin, quella volta che mi ci aveva portato lui! L'aveva salvata il collare perchè il volantino, le ragazzine non lo avevano ancora visto ma la placchetta era ancora lì al suo posto. Un grazie dal più profondo del cuore alla 3H e alla Prof. Occhionero dell'Istituto Magistrali di Modena!!!

Tabby ed io tornammo a casa a piedi. Era talmente disorientata che non riconobbe nemmeno la strada di casa sua quando fummo davanti al portone, per quanto nei mesi prima le avessi insegnato più che bene a conoscere l'isolato. La paura gioca brutti scherzi! E i gatti NON hanno il fiuto innato dei cani, nè ritrovano sempre la strada di casa quando si sono persi. Leggende metropolitane.
Giunta in casa finalmente si tranquillizzò. Mangiò pure, come un leone, era dimagrita alquanto e infine andò nella sua cesta a dormire. Dormì a lungo, assaporando nel sonno tutte le carezze che le abbiamo dato. Il mattino dopo era già di nuovo davanti alla gattaiola, guardandomi con quel suo sguardo birichino: "fammi uscire..."

Tanto va la gatta al lardo...

Raffaela - Modena (MO), 10 maggio 2004





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