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Happy End 2017 > Olivia



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oliviaI gatti a volte semplicemente non vogliono essere trovati.
Credo sia questo il caso della nostra Olivia, una bellissima calicò bianca, nera e rossa che, il giorno del mio compleanno, ha pensato bene di volatilizzarsi. Puff! Sparita nel nulla!

Eravamo nella casa al mare, tutta la famiglia riunita: genitori, nonni, zii, cugini e rispettivi gatti al seguito, anche loro in vacanza. Casa in pineta, niente asfalto, macchia della duna fitta, fitta a pochi metri da casa, villette dei vicini a disposizione per le passeggiate feline giornaliere. E la notte sul letto dei genitori, a ronfare in attesa di un'altra giornata avventurosa.

Quella mattina Olivia chiese insistentemente di uscire, poco dopo l'alba, e fu accontentata come ogni giorno, certi che entro breve sarebbe tornata per la colazione e poi per il pranzo, la cena e la notte. Ma quel giorno qualcosa andò storto. Nella pineta si sentì l'urlo di un gatto, lì per lì non ci facemmo caso, c'erano tanti gatti in giro, i 4 nostri e gli "abusivi", che venivano a mangiare dalle ciotole di casa ma che non avevano mai dato noia ai nostri residenti. Tanti gatti gravitanti intorno a poche ciotole, ci parse normale un urletto felino.

Dopo pranzo iniziammo a sentire la mancanza di Olivia e iniziammo a chiamarla. Spesso andava a dormire dal vicino (vai a spiegare a un gatto che il bel giardino accanto è proprietà privata), e temevamo fosse rimasta chiusa dentro. Il vicino poi, amico ormai di Olivia, ci assicurò che non era da lui. Iniziarono le ricerche allargate, nella macchia, dagli altri vicini. Niente. Vabbè, pensammo, tornerà, starà dormendo da qualche parte. Tre settimane dopo sarebbe rientrata a Roma con tutta la famiglia, un giretto nella natura le era pure concesso...

Ma i giorni passarono e di Olivia nessuna traccia. Nessun miagolio, nessun bagliore bianco tra gli aghi di pino. Niente.

Mettemmo cartelli in giro per il posto, davanti al bar, dai veterinari, negozi di animali, cancelli dei comprensori residenziali. Ogni giorno partiva una piccola squadra di ricerca che tornava sempre a casa a mani vuote e con le caviglie rigate dagli arbusti della duna. Olivia era completamente sparita. Passarono altri giorni e la notizia si espanse a tutti gli amici e vicini che sostenevano le ricerche e il passaparola... ogni tanto qualcuno chiamava pensando di averla vista ma era sempre il solito gatto bianco e nero a zonzo dall'altra parte della stradina locale.

Ormai iniziavamo a perdere le speranze, guardavamo il trasportino vuoto, il libretto sanitario, la ciotola sempre riempita in sua attesa. Le nostre teste continuavano a creare scenari plausibili per la sua scomparsa: "L'ha cacciata il gatto di zia, si è spaventata e non vuole tornare (quel bandito l'aveva già aggredita una volta! Lei non sa socializzare bene con gli altri gatti, è sempre emarginata! Si sarà allontanata per questo! L'ha presa una famigliola che l'ha scambiata per una gentile e bella randagia (ma dio santo, vi sembra una randagia, con quella panza?? E vi permettete di prendere una gatta in un centro residenziale senza prima informarvi della sua origine??). È stata investita (ma nessun ritrovamento di carcasse, né puzze di morto, possibile? Ecco speriamo di no!! Meglio il rapimento allora!. È salita su un pino e non è più riuscita a scendere (l'ha fatto già l'anno scorso, ma tre giorni su un pino come li passa? No, si sentirebbe piangere!. È andata in spiaggia, ha incontrato un cane, è scappata e si è persa. Sta tornando alla casa di Roma perché qui non le piace stare. Oddio santissimo come è possibile? Non arriverà mai a destinazione!".

Ma ogni volta che pensavamo a lei, ci veniva in mente la pineta e la duna, perché era il posto più plausibile dove potesse rifugiarsi senza essere notata. E infatti nessuno la notò più.

Ma la quindicesima sera e nel silenzio post-cena, la ragazza che accompagnava la nonna nella quotidiana passeggiata, udì un miagolio lontano. "Un miagolio!" tutta la famiglia accorse nello sterrato e si mise in ascolto. "Un miagolio!". Si incamminarono verso l'origine del richiamo. Speranza, incredulità, voglia di non illudersi affollavano i pensieri. Poi si trovarono davanti a un cancello chiuso, nella pineta subito dietro la duna. E ora come si fa? "Il miagolio! Muoviamoci!"

Chiamati i proprietari, fu permesso il proseguimento del gruppo di ricerca, ora munito di torcia a lungo raggio e croccantini. Il miagolio riecheggiava sempre più vicino e sempre più disperato. Giunti sul luogo in cui avrebbero dovuto trovare un gatto, non videro un bel niente. La torcia illuminava qualsiasi tronco, cespuglio, buchetta nei paraggi ma niente.

"Ma come diamine è possibile, viene da qui". "Mieeeaaaaoooowwwwuuuu". Di colpo capirono e alzarono tutti lo sguardo. A dieci metri tra i rami di un pino si avvistò un felino bianco e nero.

"Olivia!!" disse il più coraggioso.
"No! Non è Olivia, è quel gatto bianco e nero che gira sempre nei paraggi".
"Olivia, è lei!"
"No!"
"Sì"
"No!"

Iniziarono le manovre per far scendere il misterioso gatto dall'albero, Olivia o non Olivia, quel gatto era in palese difficoltà, a giudicare dai versi disperati. Cominciarono a chiamarlo: "Olivia! Olivia!". E il gatto mugolò. "È lei! Hai sentito il verso?".

La speranza crebbe... Fu mandata una fotografia dell'avvistamento alle nipoti lontane che emisero sentenze opposte:

"È lei, le macchie corrispondono ed è mezza coperta dai rami"
"No, non si vede il rosso, non è lei".

L'identità rimaneva dolorosamente incognita.

Intanto il gatto strillava dal pino e si inerpicava sempre più in alto. Eppure aveva la via libera lungo un ramo leggermente in discesa, che ci voleva a fare retromarcia o inversione e ridiscendere a faccia in avanti? Ma il gatto non sembrava della stessa idea e continuò a risalire l'albero. Furono agitati croccantini e sbattute scatolette per invitare alla discesa, furono emessi i più affettuosi e ridicoli versi di richiamo e di incoraggiamento a ogni passo verso la discesa ma niente da fare. Il gatto rimaneva urlante tra i rami.

A un certo punto parve ovvio il bisogno di recuperare una scala, un'alta scala. Fu chiamato il marito della signora che per prima aveva sentito il miagolio e che arrivò con padre e figlio al seguito e con una scala di dieci metri. Una famigliola arrivata in soccorso alle undici di sera per recuperare un gatto su un albero. Che bel gesto!

Salito sulla scala, il padre allungò una mano con dei croccantini e il gatto allungò la sua zampa per avvicinarli più in fretta e li divorò in un lampo. E da lì il passo fu breve e il gatto fu riportato a terra.

Alla prima occhiata da vicino lampeggiarono le macchie rosse del manto tricolore e le fusa e il miagolio da micina di casa vennero subito riconosciute. Olivia era stata recuperata!! Subito portata in casa, rifocillata con poco cibo umido per volta (si dice sempre di non affogarli nel cibo se non si è sicuri che non siano stati a digiuno per giorni) e con tanta acqua (quella la bevve in quantità!!!).

Il suo pelo era ispido, ruvido, spettinato, pieno di resina, la vita era assottigliata, gli occhi più sporgenti, i polpastrelli sporchi e arrossati ma era Olivia ed era sana e salva.
Quella notte dormì nel suo posticino sul letto dei genitori, miagolando di tanto in tanto e facendo tante fusa.

Non sapremo mai dove sia stata quei 15 giorni e cosa abbia fatto, cosa abbia mangiato. Probabilmente non l'avremmo mai trovata se non fosse salita su quel pino. Probabilmente non stava nemmeno tornando a casa. E chissà nella sua testa cosa pensava, forse erano bastati pochi giorni per far riemergere il suo spirito selvatico, che le impediva di tornare a casa, nonostante la fame. Forse pensava che c'era il gatto bandito. O forse stava proprio ritornando, sicura di poterlo fare e in tempo per la partenza verso Roma. Dubito che non sapesse come ritornare... Sta di fatto che durante tutte le ricerche in quell'area, mai una volta si era fatta vedere o sentire, né di notte né di giorno.

Non sappiamo che intenzioni avesse, di sicuro sappiamo l'angoscia che abbiamo vissuto noi in attesa di un gatto che poteva non tornare mai, nella speranza di riportarla a casa e nella paura di non vederla mai più, di doverla lasciare al mare mentre noi dovevamo tornare a Roma (sebbene avessimo organizzato ritorni settimanali e sentinelle tramite i residenti).

Ringraziamo immensamente tutti quelli che hanno partecipato al recupero. E a quelli che hanno smarrito il loro felino diciamo di non disperare, perché i gatti hanno mille risorse, molte più dei cani! E a volte semplicemente non vogliono essere trovati e bisogna pensare che è altamente probabile che stiano riposando alla faccia nostra in qualche frasca, vivendo la selvaticità che volenti o nolenti, si sono trovati davanti.

Per la cronaca, Olivia verrà microchippata e dotata, durante il mese estivo, di un collarino con campanello e numero di telefono. Molti dicono che mettere un collare a un gatto sia una crudeltà, e il campanello una tortura ma credo che per un mese lo possa sopportare (e anche noi) in cambio della tranquillità dei suoi umani e della certezza di essere riportata a casa se venisse ritrovata. Olivia era davvero contenta di essere di nuovo in un ambiente familiare e a contatto con i suoi umani. Ovviamente desidererà sempre farsi passeggiate selvatiche e come potrebbe essere diversamente? È una gatta! E da gatta la faremo vivere.

Francesca, genitori, nonni, zii, cugini e, naturalmente, Olivia – Rio Claro (LT), 14 Settembre 2017 

PS: E a noi dell’Associazione viene solo da aggiungere “BRAVI!” perché è così che si fa!





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