Cos'è un microchip?
In contatto con migliaia di utenti, abbiamo notato che molte persone non sanno cosa sia un microchip, a cosa serva, come funziona e cosa fare per decodificare il codice di un animale identificato con un microchip non iscritto in alcuna anagrafe.
Raffaela Millonig, ideatrice di Animali Persi e Ritrovati ha cosi’ scritto un manuale tecnico rivolto a veterinari, Forze dell'Ordine, operatori nei canili/gattili ma di sicuro interesse anche per singoli proprietari. Con un linguaggio semplice e comprensibile questo manuale spiega tutto quello che c’e’ da sapere per riuscire a ricostruire il percorso di un chip non registrato: nazione di appartenenza, produttore e distributore - fino alla sua inoculazione.
Siamo orgogliosi di poter annunciare che nel 2014 con questo manuale e' stato tenuto un corso pilota di formazione, di due ore, rivolto all’intera equipe di un Comando delle Forze dell’Ordine interessato ad approfondire l’argomento. Il grandissimo apprezzamento rilasciato per iscritto e firmato dal Comandante in persona ci rafforza nel voler divulgare il manuale e l’iniziativa, certi di offrire uno strumento pratico e valido.Scrivete a info@animalipersieritrovati.org per ordinare la Vostra copia (15,00€ - spedizione piego libro inclusa - Codice ISBN 978-88-909715-0-1 - Titolo: "Microchip - Breve introduzione al sistema identificativo per animali") oppure per prenotare il corso di due ore: avrete uno strumento prezioso, utile per ricongiungere animale e proprietario e capire cosa e chi ha fatto cilecca nella filiera di gestione dal produttore al padrone.
Ribadiamo che il microchip è attualmente il migliore sistema esistente (anche se non privo di difetti) usato per identificare un animale.
Inizialmente testato per contrassegnare animali da reddito (ossia bestiame destinato alla macellazione), è stato introdotto in tempi recenti come sistema di identificazione anche per gli animali da compagnia.
Tra questi e compatibilmente con le dimensioni dell'animale, si è soliti identificare le seguenti specie:
cani
gatti
furetti
conigli
cavalli
ma anche animali esotici tipo: iguane, tartarughe e pappagalli di grandi dimensioni.
Il microchip impiegato per le diverse secie è comunque sempre dello stesso tipo (ossia non esistono p.e. microchip appositi per gatti) e l'unica cosa che cambia sono forma e dimensione a seconda del produttore.
In Italia è stata istituita nel 1991 a livello nazionale l'Anagrafe Canina da cui deriva l'obbligo per tutti i cittadini italiani di dichiarare e quindi registrare il possesso di un cane presso l'Anagrafe Canina del proprio COMUNE DI RESIDENZA.
Questo obbligo vale quindi solo per tutti i proprietari di cani.
L'identificazione mediante microchip con rilascio da parte della ASL competente di un passaporto europeo e' obbligatoria anche per coloro che intendono recarsi all'estero con i loro animali da compagnia.
L'iscrizione all'anagrafe canina comportava in tempi passati l'assegnazione
di un codice di lettere e cifre tatuato nell'orecchio o all'interno della
coscia destra.
Da alcuni anni si è passati ad un nuovo sistema di identificazione
elettronica: il microchip.
Il microchip, che in gergo tecnico è un transponder, è una minuscola capsulina che può avere forme diverse ma che ha sempre un "ingombro" minimo: pochissimi millimetri di lunghezza e di diametro.
Il microchip è
- realizzato in materiale che non provoca nessuna forma di rigetto o
fastidio
- che viene iniettato sottocute, in poche frazioni di secondo, nella regione retroauricolare sinistra
Il microchip emette un brevissimo segnale solo se "attivato" da un apposito lettore (in dotazione ai Servizi Veterinari delle ASL, ai veterinari liberi professionisti, alla Polizia Municipale e, naturalmente, agli accalappiacani). Sullo schermo di questo lettore appare una serie di 15 numeri, un codice unico al mondo che identifica:
- con le prime TRE cifre il paese in cui all'animale è stato iniettato il microchip o il produttore del microchip
- gli ultimi 9 numeri identificano l'animale
Praticamente è come aver messo una "targa" al proprio
animale.
Vantaggi & Svantaggi
Le case farmaceutiche produttrici di microchip sono sicuramente le prime
a beneficiare della nuova legge ma bisogna considerare che:
- l'applicazione del tatuaggio poteva essere dolorosa e pertanto spesso non veniva applicato ai cani anziani per i rischi connessi ad una eventuale anestesia
- il tatuaggio col tempo poteva sbiadire (e quindi era necessario tatuare nuovamente l'animale)
- il tatuaggio era applicato in parti difficilmente controllabili (interno coscia destra... Quante volte avete provato a controllare se, nonostante il pelo fitto e gli anni passati, il tatuaggio del vostro Fido era ancora leggibile?)
- la codifica del tatuaggio e la sua registrazione variavano di regione in regione
Così si è ritenuto doveroso passare ad un sistema di identificazione
elettronica univoco e per legge DEVONO essere microchippati
TUTTI i cani residenti nelle regioni italiane. Indifferentemente che si usi il microchip
o il tatuaggio TUTTI i cani DEVONO comunque
essere registrati all'Anagrafe Canina (che è l'unico organo
deputato per legge a registrare e gestire i dati) del luogo di
residenza, entro 30 giorni dalla nascita o da quando se
ne viene in possesso. Anche l'ENCI (Ente Nazionale Cinofilo Italiano) ora
usa il microchip (e solo microchip ufficiali cioè quelli forniti
dai Comuni o dalle ASL) come unica identificazione per i cani iscritti ai
Libri Genealogici.
Unica eccezione fanno i cani contrassegnati con un tatuaggio ancora perfettamente
leggibile. Possono rimanere senza microchip fintanto che il tatuaggio non
presenta primi segni di illeggibilità.
A seconda della regione è inoltre possibile far mettere il microchip
al cane anche se il tatuaggio risulta ancora leggibile. Ovvio che chi vuol
veramente bene al suo cane lo fa microchippare anche se ha il tatuaggio
leggibile. Prevenire è sicuramente meglio che... doversi rivolgere
anche a noi!
E vanno "chippati" proprio tutti, anche i cagnetti, anche quelli piccoli, piccoli - quelli che stanno sempre in casa, quelli che poi inevitabilmente scappano per una porta lasciata socchiusa (e non avete idea di quante volte succeda - ma se siete a leggere qui, probabilmente sarà già troppo tardi...).
È buona norma verificare che dopo l'applicazione del microchip, il codice (controllate meticolosamente TUTTA la sequenza di 15 numeri) sia anche regolarmente e correttamente inserito nella banca dati della vostra Anagrafe Canina e presso l'Anagrafe Canina Nazionale del Ministero http://www.salute.gov.it/anagcaninapublic_new/home.jsp. Per esperienza consigliamo VIVAMENTE di andare direttamente all'ufficio competente e verificare DI PERSONA l'avvenuta registrazione, così come di verificare via internet il corretto trasferimento nelle banche dati elettroniche delle Anagrafi Canine (dove sarà comunque solo visibile la sequenza dei numeri del microchip del vostro cane ma NON i vostri dati personali).
Purtroppo sono stati infatti commessi errori ed omissioni nel caricamento dei dati. In sostanza succede che sono stati ritrovati cani con tanto di microchip ma il cui codice non è registrato in nessuna banca dati e che per questo motivo languono da mesi in un canile perché non si riesce a risalire al proprietario.
Purtroppo è anche capitato che veterinari non adeguatamente preparati abbiano iniettato il microchip, invece, in parti diverse da quella scelta internazionalmente per convenzione. Così, invece di impiantare il transponder là dove tutti lo cercherebbero, ossia nella parte sinistra della nuca dell'animale, in alcuni cani il chip è stato iniettato nella coscia... vanificando così la possibilità di identificare immediatamente l'animale, soprattutto se si tratta di cani di grande taglia.
Non tutti gli operatori dei canili conoscono infatti la corretta procedura (ossia di controllare meticolosamente TUTTO l'animale con il lettore) e purtroppo succede che anche così in canile finiscano e rimangano cani che potrebbero essere invece immediatamente identificati. Il microchip emette un segnale debolissimo, facilissimamente rilevabile su cani di taglia piccola ma non sempre immediatamente riscontrabile su cani di taglia grande se la lettura avviene a una distanza maggiore di pochi centimetri (comunque sempre meno di dieci)!
Inoltre c'è da tenere presente che il microchip può spostarsi e sono già stati segnalati numerosi casi in cui il transponder risultava essere "scivolato" in zone diverse del corpo, tipo petto o ventre.
A tutto questo bisogna aggiungere che sia il microchip che il tatuaggio possono essere tolti, indifferentemente da DOVE siano stati applicati (e quindi è doppiamente INUTILE iniettare il microchip nella coscia di un cane perché chi vuole rendere non identificabile un animale sa benissimo come farlo!).
Naturalmente si parla della malavita organizzata o di persone che hanno
deciso di disfarsi del proprio cane asportando il microchip/tatuaggio e
abbandonandolo a se stesso o che hanno rubato cani altrui.
A cosa serve un microchip?
Il codice di identificazione abbinato al nome di una persona e se correttamente depositato nell'Anagrafe Canina di residenza, costituisce un vero e proprio titolo di proprietà. Quel codice dice che voi siete la famiglia del vostro cane e che l'animale vi appartiene. Questo significa che nei confronti del componente animale della vostra famiglia avete sia dei diritti che dei doveri! Ovvio che, qualora il microchip vi venisse consegnato direttamente dall'Anagrafe Canina, va poi anche iniettato e non messo nel cassetto...
Se avete invece smarrito un cane dovete per legge denunciare lo smarrimento (valido solo in forma scritta e solo se presentato presso l'Anagrafe Canina) rispettando il termine di legge. In Emilia Romagna, per esempio, la denuncia va fatta entro il terzo giorno dalla scomparsa. Chi non osserva questa procedura rischia una sanzione per mancata denuncia di smarrimento oltre ad una sanzione per "abbandono" se il cane venisse ritrovato, non importa se vivo o morto. Stando a nuove leggi, la denuncia va fatta ANCHE a Vigili/Carabinieri quando invece di uno smarrimento, l'animale vi è stato rubato. La denuncia è valida solo se avviene in forma scritta e le Forze dell'Ordine non si possono rifiutare di accettare la denuncia. Se non vi viene rilasciata un copia SCRITTA ma avete solo lasciato detto, è come se non aveste fatto nulla.
È vostro dovere e diritto pretendere quindi una copia della denuncia che dovete serbare con cura!
In caso di ritrovamento da parte di terzi e solo se avete esposto regolare denuncia di smarrimento, avete tutti i titoli necessari per provare davanti alla legge che il cane è vostro e che lo avete solo smarrito e non abbandonato. Qualora l'animale fosse infatti già stato temporaneamente o definitivamente dato in affido ad una nuova famiglia, avete infatti solo così il diritto di pretendere la restituzione dell'animale indifferentemente che siano già trascorsi o meno i 60 giorni previsti dalla legge. Questo e' infatti il lasso di tempo previsto che deve trascorrere, dalla data del ritrovamento e prima che il cane possa venire affidato in via definitiva a qualcuno.
Se doveste cedere il cane ad altre persone, basta recarsi insieme all'Anagrafe Canina e firmare il documento di cessione con il quale la nuova famiglia diviene proprietaria a pieno titolo dell'animale.
Chi invece trova un animale anche non provvisto di microchip e lo trattiene, non segnalando il ritrovamento all'Anagrafe Canina, commette un furto! Perseguibile e sanzionabile per legge!
Cosa NON può fare un microchip
Non è possibile utilizzare il microchip per localizzare a grandi distanze un animale smarrito. Non è proprio fattibile dal punto di vista tecnico.
Pensate a quanto deve essere grande anche il più piccolo dei cellulari per essere localizzato da un satellite...
Difetti in fase di miglioramento (si spera...)
Attualmente, l'Anagrafe Canina Nazionale del Ministero, nonostante siano passati
ormai diversi anni dalla sua costituzione, ancora non funziona come si deve...
http://www.anagrafeanimale.it
Questa Anagrafe Privata e' aperta a qualsiasi persona che desideri iscrivere direttamente il proprio beniamino, lasciando all'utente la possibilita' di decidere quali dati visualizzare in caso di ricerca (tipo nome di battesimo e un numero di cellulare) altrimenti protetti e quindi oscurati dalla legge sulla privacy nei siti internet delle anagrafi statali.
In questa sede vorremmo esprimere anche un parere in risposta a tutti coloro che si chiedono se il microchip è da ritenersi un mezzo insicuro, invasivo o addirittura dannoso per la salute degli animali.
La tecnica di identificazione elettronica, prima di essere utilizzata per gli animali d'affezione, è stata e viene tutt'ora usata per identificare gli animali "da reddito" (cavalli, mucche ecc.). E’ proprio grazie a questa ormai decennale esperienza che si è passati a questo tipo di riconoscimento anche per cani, gatti & co. Nonostante i difetti (praticamente quasi solo di natura tecnica, perché riconducibili all'errore umano o a rari casi di formazione di cisti) ad oggi si è rivelato il sistema migliore, sicuramente preferibile al tatuaggio o alla scelta, da incoscienti, di non identificare per nulla il proprio animale.
Un ulteriore limite è dato dalle leggi attuali che prevedono l'obbligo di microchippare solo i cani, mentre sarebbe più che opportuno istituire una norma che preveda l'identificazione elettronica obbligatoria per tutti gli animali d'affezione. Se tutti i proprietari di animaletti (dai gatti ai furetti & co.) facessero microchippare i loro beniamini, sicuramente si arriverebbe prima all'agognato traguardo.
Il Team di Animali Persi e Ritrovati APS e dell'Anagrafe Animale Privata Italiana
PS: i microchip NON si scaricano...