Happy Ends > Codastorta
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Bruino, 29 gennaio 2005 - Eccoci nella nuova casa: Ermanno, io, il cane
  Sorel, le due tartarughe Camilla e Baldo, e i mici, Camilla, Zorro, Figus,
  Mercantur e... Codastorta. Speriamo che proprio lui non faccia scherzi,
  fifone com'è! 
  
  I gatti, a cinque giorni dal trasloco, hanno libero accesso all'esterno.
  Sembrano gradire la novità e iniziano una metodica e attenta esplorazione.
  Nonostante il giardino meraviglioso sono terribilmente nervosa: il campanile
  proprio sopra di noi, troppo frastuono, il gelo dei "giorni della
  merla", gli scatoloni, la stanchezza.
  
  Quel cosino lacrimoso che si aggira sul muretto è un gatto? Sarà
  dei nostri e lo chiameremo Fortunato; e anche se presto scopriremo che si
  tratta di una femmina rimarrà comunque "Fortunato".
  
  Ma il 5 febbraio, a una settimana dal nostro arrivo nella nuova casa, Codastorta
  è già sparito e inizia l'inferno. Sensi di colpa, speranza di veder
  comparire dal muro di cinta il suo musino timido e trasparente. Le ricerche
  nei dintorni, i fogli ovunque, le camminate senza fine per chiamarlo a tutte
  le ore; lacrime e depressione. 
  
  Il mio veterinario e la moglie, amici carissimi, mi parlano dell'Associazione
  "Animali Persi e Ritrovati" e la contattano direttamente, poichè
  il mio computer si trova ancora imballato negli scatoloni. Nel giro di poche
  ore ricevo la telefonata. Una lunga telefonata confortante e ricca di consigli
  preziosi. La voce pacata e al tempo decisa di chi dall'altra parte dice:
  " Il suo gatto si trova nel raggio di 800 metri, non lo cerchi tanto
  lontano". Il panico mi spinge a dar retta solo parzialmente e io cerco
  Coda anche a 10 Km da casa, come un ago in un pagliaio...
  
  Poi, per qualche tempo non lo cerco più, inchiodata dalla malinconia. E
  da tutti i geli che esistono.
  
  Codastorta era cresciuto nella collina torinese, allevato insieme alla sorellina
  da una mamma randagia attenta e solerte, anche furba, perchè presto aveva
  trovato una sistemazione "doc" presso la mia futura vicina di
  casa, una signora che accolse la famigliola e se ne prese cura.
  
  Dopo un paio d'anni arrivo anch'io e Codastorta, affettuosamente
  chiamato anche con altri nomi tra cui "Codina", fa amicizia con
  i miei gatti e... con me.
  
  Da quel momento avrà due famiglie, ma rimarrà schivo e timido.
  
  Alla fine ho deciso di portarlo con me fuori Torino perchè anche se lui
  e i miei animali sono una ciurma affiatata, qui in collina capitano cose
  molto tristi: i cani di altri vicini, trascurati e privi di attenzioni,
  passano il tempo a sconfinare nei nostri giardini e hanno già ucciso due
  gatti (anche la mamma di Coda). Io non vedo l'ora di andarmene di
  qui e accetto di buon grado il trasferimento in provincia e la prospettiva
  di continuare a lavorare in città, a quasi trenta chilometri.
  
  Caro Codastorta, così pensando a cosa ci aveva spinti a venire a vivere
  qua, trovai la forza di riprendere le ricerche, di riprendere a fare la
  spesa e a curare la mia casa, il mio lavoro e i rapporti con i miei cari,
  pur decidendo di accettare che la mia vita non sarebbe stata più la stessa.
  Non avrei mai più potuto gioire pienamente per nessuna ragione. Perchè
  fra me e la gioia si sarebbe frapposta l'immagine di un gattino affamato,
  impaurito, ammalato, alla ricerca di qualcosa che aveva conosciuto e avrebbe
  forse dimenticato (quello che speravo). 
  
  Ma decisi anche che, se eri vivo, ti avrei trovato.
  
  Così sono passati i mesi da quando eri scomparso in quei primi giorni di
  febbraio del 2005: quando non ero a Torino per il mio lavoro, ti cercavo
  ovunque, allargando via via il raggio delle ricerche, spingendomi fino ai
  paesi limitrofi, sorda all'invito di molti a mettermi l'anima
  in pace.
  
  Sapevo che non avresti risposto ai richiami e che ti avrei trovato in circostanze
  imprevedibili.
  
  Il 23 giugno di quest'anno, nel 2006, sparisce Figus, detta "gatto
  mucca" per le macchie nere casuali e disordinate sul manto candido.
  Si caccia a volte nei guai, per esempio salendo sull' albero del parroco
  e non riuscendo più a scendere; comunque di solito si fa sentire e le ricerche
  durano poche ore. Oggi però non è così, le ore passano e non sento richiami,
  così decido di fare un giro in bicicletta e di chiamarla quando il buio
  e il silenzio mi aiuteranno nella ricerca. 
  
  Ma no, meglio fare un giro subito, prima di cena. Inforco la bici e corro
  laggiù, veloce e decisa, so dove andare, anche se non so ancora perchè.
  
  
  Forse c'è Figus, (perchè se non è lei di chi si può trattare?)
  nascosta tra le foglie; forse sta pensando "Corri Dianella, corri,
  non puoi mancare all'appuntamento".
  
  Raggiungo la piazza a due passi da casa, svolto dietro al campanile, percorro
  una discesa e nei pressi di un vecchio cascinale ridotto ormai a un rudere,
  freno e guardo alla mia destra. 
  
  Lì c'è un gatto ma non è Figus, riappoggio il piede al pedale,
  ma... un momento, che strana aria familiare, mi avvicino e mentre scappa
  non gli vedo la coda. Anzi, ce l'ha, ma è un monconcino di coda.
  "Milli, Milli - ti conosco?"
  
  Sentendo il suo nomignolo, Codastorta si ferma di colpo e mi guarda, la
  bici in mezzo alla strada mi avvicino lentamente e lui si siede. Così ci
  guardiamo negli occhi per cinque minuti; poi gli parlo "sei tu il
  mio gatto" e lui un miao muto dietro l'altro. Piango e suono
  a una porta. "La prego devo telefonare a mio marito; è il mio gatto,
  dopo quasi un anno e mezzo".
  
  Come sempre non si lascia prendere ma se mi allontano cammina dietro di
  me. 
  
  Non è denutrito, gli occhi un po' spenti e un lieve rantolo nel respiro.
  
  Tre ore con lui, la gabbia trappola, la carne; mangia come un lupo! 
  
  Le persone che ho disturbato, gentili, mi lasciano posizionare la gabbia
  nell'angolo del loro giardino, dove lo hanno visto dormire qualche
  sera. La mattina seguente Codina è già ricoverato per un controllo e le
  cure per il suo raffreddore ormai cronico.
  
  Ora Codastorta passa il tempo sotto un mobile, mangia, si lava, se gli parlo
  fa molte fusa e ieri si è preso cura di me leccandomi un occhio! Ma qui
  è tutto da rifare. Dovrà conoscere la casa nuova, che è nuova solo per
  lui. Abituarsi ai rumori, ai passi dei vicini di giardino, al motore delle
  nostre auto, ai gatti di casa che stentano a riaccettarlo. E noi faremo
  l'impossibile per aiutarlo a fidarsi e a non perdersi più.
  
  Da questa vicenda abbiamo avuto un'altra conferma che non sempre la
  vita ci dà quello che vorremmo ma che non esiste circostanza in cui la
  perdita della fiducia e dell'ottimismo possano giovare.
  
  Abbiamo anche imparato che il gatto è un animale che ce la può fare anche
  da solo. Se al posto di Coda ci fosse stato un gattino più fiducioso e
  meno fifone, probabilmente avrebbe scelto una nuova famiglia. Questa osservazione
  speriamo serva a coloro che non hanno avuto o non avranno la fortuna di
  ritrovare il loro animale.
  
  E abbiamo imparato che in circostanze del genere bisognerebbe mantenere
  la calma e seguire i buoni consigli. 
  
  Codastorta è stato ritrovato per caso, o perchè non avrei mai smesso di
  tenere gli occhi ben aperti per tutta la vita, o per un colpo di fortuna,
  o grazie a Figus che è sparita perchè io lo trovassi, o...
  
  A proposito di Figus, la notte stessa, verso le quattro, mi alzo e la trovo
  seduta sulla lavatrice: veglia nel buio e nel silenzio della casa, gli occhi
  gialli dilatati sugli spiriti notturni e indovinate un po' cosa ha
  stampato su un fianco!! Una grossa macchia a forma di cuore!
  
  Dedichiamo quel cuore al Team di Animali persi e Ritrovati.
  
  Grazie ancora di... cuore!!! Perchè ci siete.
  
  Dianella e Codastorta - Bruino (TO), 30 novembre 2006
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