Happy Ends > Titina
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In un caldo e afoso giorno di luglio, approfittando della pausa pranzo,
  mi stavo incamminando verso il fiume Arno per trascorrere un paio di ore
  sulle sponde e prendere il sole...
   
  Felice di questa situazione procedevo spedito nel viale del Parco delle
  Cascine adiacente il fiume e fra i tanti cani a passeggio con i propri
  padroni c'era una pallottolina di pelo biondo che invece zigzagava, ora
  a destra o a sinistra, in cerca di chissà cosa.
   
  Sembrava avere fretta di cercare, tanto era veloce nel cambiare spesso
  traiettoria. Osservando meglio era intuibile che potesse avere fretta
  di cercare il suo padrone, visto che una volta raggiunti i piedi di qualche
  persona, la osservava negli occhi.
   
  Un signore intanto faceva come questo battufolo, rimbalzando di persona
  in persona, chiedendo delle cose... 
  Ormai vicino, capii che si era perso e che quel signore domandava
  a tutti se qualcuno sapeva di chi fosse. Mi avvicinai, chiesi a mia volta
  e l'uomo mi confermò quello che pensavo: l'animaletto si era smarrito,
  oppure era stato abbandonato. Parlammo ancora un poco e ci congedammo
  dopo che il signore mi aveva assicurato che del cane se ne sarebbe occupato
  lui.
   
  Ripresi quindi a camminare verso il fiume e finalmente stesi il mio telo
  per prendere il sole. Chiusi gli occhi ma nella mente apparì l'immagine
  della bestiola disperata. Cominciai gradualmente a prendere coscienza
  di quella situazione, cercando di mettermi nei panni del piccolo e incominciando
  a pensare che forse un altro cagnolino a fare compagnia alla mia Betty
  non avrebbe dato noia (Betty è una trovatella che, ancora cucciola,
  fu abbandonata a Pisa in un giorno piovoso d'autunno...).
  Mi precipitai di nuovo sul posto e trovai la piccola signorina legata
  con una corda ad un palo, guardata da un ragazzo il quale mi disse che
  stava aspettando i vigili da lui chiamati per toglierla da lì...
  eh già... da lì... ma il suo nuovo posto quale sarebbe stato?
  Penso proprio il canile!
   
  No, non lo accettavo, mi chinai su di lui e mi resi conto che era infatti
  una LEI. Aveva gli occhi tristi e... SOSPIRONE... mi mise il muso sopra
  il mio ginocchio destro. Mi vennero i brividi: aveva talmente bisogno
  di un contatto fisico che appena mi aveva visto alla sua altezza immediatamente
  ne aveva approfittato.
  La slegai, la raccolsi, piccola com'era e la portai subito in macchina,
  non prima di avere lasciato il mio numero di cellulare al ragazzo e ad
  un'altra signora che mi aveva consigliato di portarmela a casa.
   
  La sera cominciò la trafila delle telefonate alle autorità
  competenti, alle forze dell'ordine... ma niente da fare: non c'era alcuna
  denuncia di smarrimento e io volevo trovare il suo padrone perchè
  magari poteva essere un'anziana che non si dava pace.
   
  Mi recai anche dalla mia veterinaria che mi fece notare che la cagnolina
  aveva un microchip con un codice ma purtroppo, oltre quel codice, non
  riuscivano ad andare.
   
  Passò quasi un mese quando un giorno mia mamma, leggendo una
  rivista, lesse di un sito internet specializzato nella ricerca di chip,
  tatuaggi e tutto ciò che si può fare per ritrovare degli
  animali smarriti o ritrovare le famiglie a quelli che si sono persi.
   
  Fortunatamente, anche se non dispongo di internet, era pubblicato un numero
  di telefono e così chiamai raccontando la nostra storia. La redazione
  si attivò riuscendo a risalire alla ditta Merial, produttrice del
  chip che fino a quel momento nessuno era riuscito ad identificare. Grazie
  alla banca dati aziendale messa gentilmente e tempestivamente a disposizione
  da parte del Dott. Rodolfo Colpo, si riuscì a risalire a chi quel
  microchip era stato venduto: la ASL di Sanluri. La cagnina veniva quindi
  addirittura dalla Sardegna!
   
  Così Animali Persi e Ritrovati chiamò il responsabile della
  ASL, il Dott. Zucca, che incominciò a sua volta a cercare tra i
  registri e a fare delle indagini. Si scoprì così la triste
  verità: la piccola, per quanto bella, affettuosa e per giunta di
  razza aveva vissuto vari passaggi di mano e infine era stata abbandonata
  a se stessa quando ormai era giunta sul continente. Ed io che mi ero anche
  opposto ad affidarla ad altri, sempre nella speranza di restituirla alla
  sua famiglia...
  Richiesi un regolare affidamento e finalmente la nostra storia si è
  conclusa in questi giorni con un ufficiale scambio di carte! 
   
  La piccola, che prima si chiamava Lilli, oggi si chiama Titina e stranamente
  risponde più volentieri a questo nuovo nome che non al primo. Voi
  che dite: sarà perchè le piace più il nuovo nome
  o la nuova famiglia?
   
  Grazie e ciao a tutti!
   
  Andrea, Titina, Betty e Famiglia - Pescia, 19 ottobre 2004
Mi accodo a queste righe per ringraziare personalmente tutti gli
  intervenuti e per esprimere ancora una volta con grande soddisfazione
  che l'essere umano è sicuramente più inclino a fare del
  bene. Soprattutto quando la grandezza morale, il spontaneo senso del dovere (civico&civile)
  e la collaborazione ci rendono degni di essere quello che siamo...
   
  Raffaela Millonig & il Team di Animali Persi e Ritrovati 
  Modena/Milano 19 ottobre 2004
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