Happy Ends > Ronny
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Come ogni mattina anche quel mercoledì Ronny, gatto tigrato grigio e nero, splendida coda folta da opossum, occhi gialli, dolce ma allo stesso tempo vivace, esce con mia figlia Silvia nel giardino del palazzo.
 Alle 9 esco per andare al lavoro, non lo vedo in giro, di solito viene
  per tornare a casa a mangiare... non importa, ho molta fretta, sono in ritardo.
  La mattina viene il fabbro a cambiare alcune serrature del palazzo, lo vede
  che gira lì intorno. Già nel pomeriggio domando ai miei figli:
  "Come mai non è tornato a mangiare?" Alle sette di sera
  dico: "Qualcosa non va..." Apro la porta di casa dieci volte,
  ma non è lì dietro a miagolare per farsi aprire, non è
  nemmeno nel giardino ormai immerso nel buio e nel fresco della sera. Vado
  a dormire con un vago senso di disagio, ma già una volta è
  tornato la mattina...
  
  La mattina dopo invece niente, niente il pomeriggio, niente la sera dopo
  e mi cala nel cuore quella sensazione di vuoto, di perdita, che ho già
  incontrato altre volte nella mia vita. Ma i miei figli sono lì, non
  devo farmi vedere troppo angosciata. Passo la notte solo perché ho
  preso un calmante, alle cinque di mattina sono sveglia, bisogna fare qualcosa.
  Mi attivo, ci attiviamo, scriviamo, mettiamo volantini, chiediamo aiuto...la
  solidarietà che incontriamo ci fa bene al cuore. e poi non mi vergogno
  di dirlo, siamo a Padova, la città del Santo, quello che aiuta a
  ritrovare le cose perdute, vado a trovarlo, gli chiedo scusa se lo disturbo
  per questo, ci sono tante tragedie maggiori nel mondo, tante grazie più
  importanti ed urgenti da chiedere, però quell' esserino è
  circondato dall'amore, il nostro verso di lui ed il suo per noi, cos'è
  l' amore se non una manifestazione di Colui che ce lo ha insegnato al massimo
  grado, no, non mi vergogno, piango in chiesa per non piangere a casa. L'
  angoscia aumenta e nello stesso tempo alterno momenti di fiducia ad altri
  di cupa rassegnazione. I gatti tornano anche dopo settimane... ma se lo
  avessero investito e fosse agonizzante, ma se lo avessero rapito... orribile
  a pensarsi, per la sua pelliccia? Io dove sono, io dove lo posso trovare,
  io che l' ho adottato e gli ho promesso protezione, io che cosa sto facendo?
  Niente, l'ho abbandonato...
  
  La domenica viene mio fratello da Milano, ne vuoi parlare - mi dice - no,
  - gli rispondo, Però un' idea si insinua nella mia mente, quelli
  di Animali Persi e Ritrovati dicono che la zona più probabile è
  in un raggio di 500 metri, cosa c'è qui vicino? Quella palazzina
  abbandonata con un giardino come una giungla... Fammi vedere la palazzina
  - dice mio fratello Vedi - lo porto lì - questo giardino è
  quasi impenetrabile.. (E penso ma non glielo dico, se si fosse incastrato,
  se fosse morto lentamente da solo...) Mio fratello mi dice - Dov'è
  l' ingresso principale - Nella piazzetta dall'altra parte della strada -
  ma è tardi, deve tornare a Milano... Altra notte, altra mattina,
  chiamo i veterinari della zona, non resisto più a questo strazio,
  basta ho fatto il possibile, se torna bene, altrimenti...
  
  Il pomeriggio di lunedì ormai sono passati quasi sei giorni, è
  follia sperare eppure non so rinunciare. Vado con mia figlia nella piazzetta
  all'ingresso principale della palazzina. Beh, il cancello è aperto,
  la catena che lo chiudeva è stata rotta... entro con un bastone in
  mano, mia figlia aspetta fuori, ha paura dei topi, io pesto erbacce e rami
  e chiamo, pss, Ronny, Ronnino, pss.. 
  
  Arrivo all'ingresso del palazzo... ma non c'è il portone d' ingresso,
  è tutto aperto, dentro intravvedo bottiglie di birra e resti di un
  bivacco, ho quasi paura, va bene, chiamerò mio figlio che ha le spalle
  larghe ed è bello alto per esplorare con lui l' altra parte del giardino,
  almeno quella se non ce la sentiamo di entrare, andiamo in giro a mettere
  altri volantini, gli telefono, gli dico - Raggiungimi alla palazzina, poi
  ti dico. Mia figlia dice - Io torno a casa mamma, vi aspetto lì,
  ok rispondo, prendi le chiavi, ma va bene dai, vi aspetto dice lei, alza
  gli occhi alla palazzina e urla.. - Ma lì c'è una testa grigia,
  mamma, mamma, sono le orecchie di Ronny! Guardo anche io, lo vedo nella
  cornice dell'abbaino sopra il tetto, urlo, lo chiamo... Mi risponde miagolando
  fortissimo, è un pianto di paura, di rabbia, di impotenza, non sa
  come scendere... che faccio? Chiamo Lorenzo, corri, corri subito! Chiamo
  i pompieri, è proprietà privata mi dicono, ma si può
  accedre con il camion? Non so, rispondo, ma venite per favore.. va bene,
  veniamo ... e in quel momento vedo Lorenzo, mio figlio, che sventola la
  mano dall'abbaino, con Ronny in braccio.. E' salito, aveva un po' di paura
  anche lui, ha trovato porte chiuse, chissà se c'è qualche
  balordo dietro... la porta è chiusa, le dà un calcio, ecco
  Ronny sopra una scala ripidissima, lo prende, lo afferra a tuffo... La gente
  intorno si era fermata per aiutare, anche loro chiamavano "Ronny aspetta,
  arrivano, pss.. pss..." e non lo conoscevano il gatto, non conoscevano
  nemmeno noi, ma poi esultano con noi.
  
  E finalmente mia figlia ed io possiamo piangere una davanti all' altra,
  Ronny fa ron ron che poi è il suo nome, ci segue per tutta la casa,
  si sdraia vicino a noi, non ci molla di un passo. Non avevo osato ricordare
  il suo pelo morbido, il peso del suo corpicino la notte sul letto tra i
  miei piedi, l'ombra grigia che vedevo con la coda dell' occhio, il suo miagolio
  dietro la porta per farsi aprire. E insieme alla gioia per la nostra Happy
  End mi viene un po' di tristezza per quegli animali che non hanno rivisto
  i padroni, per quei padroni che sono rimasti ad aspettare di sentire la
  voce del loro piccolo, caro animale perduto col quale hanno condiviso una
  parte del cammino, hanno trascorso una parte importante del proprio tempo,
  hanno dato e ricevuto amore. Spererò anche per loro, aiuterò
  anche loro se possibile, perché loro dipendono da noi e noi da loro,
  per una vita con più affetto, per una vita con più speranza,
  per un'esistenza in cui l'uomo possa riscattare la sua parte oscura attraverso
  l'affetto disinteressato di questi compagni che abitano la Terra insieme
  a noi e, forse, meglio di noi.
  
  Elena - Padova (PD), 13 maggio 2008
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