Happy Ends > Léonie
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Quello che è davvero successo lo sa solo Léonie, gatta color miele, che ora dormicchia sotto la finestra, accanto alle sue sorelle, in cerca di un'alternativa all'afa. Invece tocca a me, umana, raccontarvi questa storia assurda - che ho vissuto in preda all'ansia e, di conseguenza, poco lucida. Il finale, lo rivela il titolo di questa rubrica è, per fortuna, un happy end.
Torno a casa intorno alle otto e mezzo di sera. Ho molte buste in mano e mi è appena squillato il telefono. Ho fame, ho voglia di iniziare il fine settimana e mi sbrigo. Sto preparando la cena quando mi suonano alla porta. È la mia vicina, Laura, grande amante dei gatti. Mi dice di avere incontrato il mio dirimpettaio; le ha detto di aver visto una gattina chiara salire le scale; lei ha pensato ad una delle mie (sono in quattro e poi c'è Tancredi, unico gatto maschio).
In quel momento mi rendo conto di non aver visto Léonie quando sono entrata. È sicuramente lei. Nessun problema, le mie gattine lo fanno spesso di uscire per le scale e di tornare a casa quando sono appagate dall'esplorazione.
Chiamo e Léonie, stavolta, non  arriva. 
  Faccio le scale fino in cima  (sono quattro piani che nei due giorni successivi salirò decine di volte) e... lei  non c'è. 
Scendo allora al piano sotto al mio con aspettativa: non c'è. Chiamo. Si sente un miagolio dai piani di sopra. Io e Laura saliamo. Il miagolio viene da un appartamento al terzo piano: Léonie è chiusa lì, forse si è infilata nella porta che si stava aprendo e chi ci abita - non associo il cognome sulla targhetta a una faccia - non se n'è accorto. Ed è un venerdì sera di luglio. Saranno andati via per il fine settimana?
Inizio ad agitarmi e, presa dall'ansia, chiamo i pompieri ma la segreteria dice che sono impegnati in altri interventi (con il senno di poi è stata una fortuna). Telefono all'unica altra persona nel palazzo di cui ho il numero, oltre a Laura che è lì con me. Grazie a lei riesco a recuperare il contatto degli inquilini dell'appartamento. Provo a chiamare, non mi rispondono e, intanto, parlo con la gatta dall'altra parte della porta. Dopo un paio d'ore torna la ragazza che abita lì. "La mia gatta è chiusa nel tuo appartamento" le dico. Lei è stupita, dice che forse è la sua di gatta. Apre la porta e... in effetti c'è la sua gatta, una gatta sconosciuta che sono andata a "rassicurare" di tanto in tanto nelle ore precedenti.
Mi sento molto sciocca e scoraggiata.
Allora vado in strada, guardo sotto tutte le auto, chiamo. Di Léonie no c'è traccia. Possibile che in quei venti minuti dal momento in cui è uscita dalla porta di casa a quando ho iniziato a cercarla si sia allontanata così tanto? Nel palazzo siamo in quattro quella sera e ho sentito tutti: chi le ha aperto il portone? Di notte mi sveglio in ansia, rifaccio in su e giù le scale, chiamando piano. Mi affaccio sulla strada. Niente.
Il giorno dopo inizio la ricerca:  nella mia strada abitano due volontari in colonie feline. Li chiamo, mando foto  e riferimenti che loro iniziano a far girare; la mia amica Valentina, mi aiuta a  mettere  annunci sui gruppi Facebook  dedicati. Sul sito dell’Associazione Animali Persi e Ritrovati scarico il  volantino. Ne preparo una cinquantina e inizio ad attaccarli a giro. 
  Giovanni, il volontario, continua  a dirmi di guardare bene: i gatti non corrono fuori per strada tanto  facilmente. E di nuovo cerco in casa e per le scale. 
Per i miei occhi umani, l'unico  nascondiglio possibile è un pertugio tra l'ascensore e il muro dove, due ani  fa, avevo ritrovato - dopo un giorno di angoscia simile a quella che sto  provando - Suso, mamma di Léonie che, però all'epoca aveva due mesi. Léonie ha  un anno e mezzo, impossibile che possa esserci entrata (comunque ci  guardo). 
  La sera guardo i video che mi  sono arrivati per posta elettronica quando ho inserito l'avviso sul sito di  Animali Persi e Ritrovati. Sono molto rassicuranti e recupero un po' di  fiducia, anche se sono appesantita dall'angoscia di pensare a Léonie che vaga  impaurita per la città. E' tardi, sono le tre di notte, e devo dormire. 
  In lontananza sento, forse,  miagolare. Mi affaccio in terrazza e chiamo; sulle scale e chiamo. 
  Dopo qualche minuto vedo tutti i  gatti che drizzano le orecchie  e vanno verso la porta. Ora lo sento anche  io. Apro e... vedo Léonie che sta salendo le scale. 
Mi vede e miagola forte:"Ti ho trovata, finalmente!", sembra che dica, e poi entra in casa e miagola, miagola, miagola.
Saluta tutti come fosse tornata  da un lungo viaggio e, probabilmente, non è mai uscita dal palazzo (Giovanni  aveva ragione). 
  La mattina dopo vado a staccare  tutti i volantini messi in giro e mi sento leggera. Dove è stata per quasi due  giorni Léonie? Sono tanto contenta da accettare che il mistero rimanga  tale. Poi la guardo - ora si è spostata vicino a me - e, di nuovo vorrei  capire. 
Silvia e Léonie - Firenze (FI), 7 Agosto 2018
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